Una foto non è la rappresentazione della realtà ma una sua interpretazione, attraverso la visione del fotografo, cioè un'analisi compositiva dell'inquadratura eseguita con grande capacità tecnica, ma soprattutto un'analisi esposimetrica di ogni gradazione tonale, volta a realizzare un negativo, che una volta lavorato, possa dare in stampa la miglior resa possibile, secondo ciò che il fotografo vuole comunicare.
Questo sistema, inventato da Adams e chiamato “sistema zonale” permise al fotografo di realizzare spettacolari scatti con un controllo sulle fonti di luce quasi totale, in grado di catturare ogni minimo dettaglio e giocando con la latitudine di posa ed il contrasto per ottenere l'effetto desiderato.
Se avete 20 minuti di tempo vi consiglio di guastarvi questo documentario del 1958 sulla vita di Ansel Adams, creato mentre viveva nella sua casa nei pressi del Golden Gate.
E' bellissimo vederlo lavorare, sopratutto se pensiamo all'era che stiamo vivendo, tutta digitale e automatica e dove spesso fotografiamo senza pensare, tanto fa tutto la macchina.
Ansel Adams non aveva tutti questi automatismi, nel documentario si vedono tutte le parti del suo processo lavorativo, dalla pianificazione della fotografia da fare al calcolo preciso dell'esposizione sino alla magia della camera oscura quando dal nulla appariva l'immagine.
Buona visione.
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