Recentemente, le forze di polizia in India hanno lanciato una campagna straordinaria per sensibilizzare i genitori riguardo al "sharenting", ovvero la condivisione online delle foto dei propri figli.
Utilizzando foto generate dall'intelligenza artificiale, la polizia dell'Assam ha diffuso un potente messaggio contro questa pratica, invitando i genitori a mantenere la privacy dei propri bambini sui social media.
Le immagini condivise dalla polizia mostrano ritratti sorprendenti di bambini, accompagnate da didascalie significative e l'hashtag #DontBeASharent. Una delle diapositive avverte: "I bambini non sono trofei dei social media", mentre un'altra afferma: "Istantanee di innocenza, rubate da Internet". Il messaggio sottolinea l'importanza di non scambiare la privacy dei figli con l'attenzione sui social media e ribadisce che la decisione di raccontare la propria storia spetta ai bambini stessi.
Il tweet della campagna afferma: "I Mi piace svaniscono, ma le cicatrici digitali rimangono". Questo potente avviso invita i genitori a proteggere i propri figli dai pericoli della condivisione e a essere consapevoli di ciò che condividono sui social media riguardo ai propri bambini.
Le immagini utilizzate nella campagna sono state generate dall'intelligenza artificiale, creando un impatto ancora più significativo. Anche Deutsche Telekom ha utilizzato l'intelligenza artificiale in una campagna simile per sensibilizzare sul tema della privacy dei bambini online.
Hanno creato una versione digitale di una bambina di nome Ella, che ha parlato ai suoi genitori riguardo al motivo per cui non dovrebbero condividere le sue foto online. Questo esempio drammatico dimostra l'efficacia delle tecnologie avanzate nel comunicare messaggi importanti.
Le statistiche riguardanti la condivisione online sono allarmanti. Secondo alcuni studi, entro il 2030, quasi i due terzi dei casi di frode d'identità che coinvolgono la giovane generazione saranno il risultato della "condivisione", ovvero genitori che caricano foto o video dei propri figli sui social media senza il loro consenso. È stato rilevato che un bambino medio di 5 anni ha già circa 1.500 foto caricate online dai genitori senza il suo consenso.
La campagna lanciata dalla polizia dell'Assam e altre iniziative simili mettono in evidenza l'importanza di proteggere la privacy dei bambini e di riflettere attentamente prima di condividere foto e informazioni personali sui social media.
In un'epoca digitale in cui la condivisione online è diventata così diffusa, è fondamentale ricordare che la protezione dei nostri bambini è prioritaria. La campagna AI è un potente richiamo a considerare le implicazioni a lungo termine delle nostre azioni e a mantenere la sicurezza e l'intimità della vita dei nostri figli al di fuori della sfera digitale.