Corso di fotografia online gratuito – 9° lezione – I filtri

06 mar 2016
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Con l’avvento del digitale i filtri fotografici hanno perso molta della loro importanza. L’effetto che producono può tranquillamente essere riprodotto in post-produzione con dei software tipo photoshop o lightroom. Per quanto la tecnologia e l’image editing si siano evoluti però, fortunatamente ci sono situazioni in cui nessun software è in grado di replicare le caratteristiche dei filtri ottici.

Proprio per questo motivo, i filtri sono ancora ben considerati anche dai fotografi professionisti che, sfruttando la loro esperienza, riescono ad ottenere ottimi scatti che difficilmente riuscirebbero senza l’ausilio di un filtro ottico.

Questo non significa che con i filtri tutte le vostre foto verranno benissimo, ma sappiate che vi troverete spesso a scattare in condizioni di luce pessima dove magari con l’applicazione di un filtro apposito porterete a casa uno scatto meraviglioso.

In questa 9° lezione vedremo quindi tutti i tipi di filtri fotografici in commercio e come utilizzarli al meglio. Ma partiamo dalle nozioni basilari.

Cos’è un filtro

Un filtro fotografico o ottico è un accessorio volto a modificare l’immagine, alterando le condizioni di ripresa originarie dell’obiettivo. La sua particolarità è quella di far passare selettivamente la luce in modo da modificare quella che realmente raggiunge il sensore.

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In questo modo l’immagine scattata sarà molto reale e non avrà bisogno di grande post-produzione. Se invece voleste ottenere lo stesso effetto in post-produzione su un file RAW, rischierete di generare degli artefatti che penalizzerebbero la qualità dell’immagine finale.

I filtri utilizzati in fotografia hanno tutti una caratteristica in comune: sono tutti applicati davanti all’obiettivo. Esistono 2 diverse tipologie di attacchi: quelli a vite e quelli a lastra che hanno bisogno di un ulteriore accessorio per essere utilizzati.

Filtri a vite

I filtri a vite sono di forma circolare e sono montati sull’obiettivo attraverso una filettatura. Sono molto comodi, leggeri e, grazie alla struttura in metallo che avvolge lo specchio, sono anche molto resistenti.

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Quando si acquista un filtro circolare a vite è molto importante verificare le 2 principali caratteristiche: il diametro e lo spessore.

Il diametro è ovviamente la cosa più importante perché dovrete acquistare un filtro che abbia lo stesso diametro del vostro obiettivo. Per sapere quanto misura il vostro obiettivo basta leggere le varie sigle che trovate sopra di esso, viene sempre espresso anche il diametro. Ovviamente non comprate un filtro per ogni vostro obiettivo, cercate di capire qual è l’obiettivo che più spesso usate e basatevi su quello altrimenti diventerebbe molto dispendioso.

L’altra caratteristica da tenere in considerazione è lo spessore del filtro. Un filtro molto spesso rischia di generare una fastidiosa vignettatura dell’immagine per cui vi troverete ad avere più luce al centro dell’inquadratura e scuro tutto attorno. Sul mercato ci sono filtri denominati SLIM, la cui caratteristica è quella di avere uno spessore minimo e di non generare vignettature.

Filtri a lastra

I filtri a lastra, a differenza di quelli a vite, non hanno una vera e propria struttura metallica, sono banalmente delle lastre di vetro (o resina) a forma rettangolare o quadrata che per essere montati sulla macchina hanno bisogno di un apposito accessorio che li sorregge chiamato “holder”.

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L’holder ha un anello adattatore che viene avvitato all’obiettivo e presenta una struttura porta filtri in materiale plastico. Questi filtri sono maggiormente utilizzati dai fotografi professionisti in quanto la maggior dimensione della lastra rispetto al filtro circolare permette di non avere vignettatura ai bordi e di avere la luce meglio distribuita su tutto lo spazio possibile.

Tipologie di filtri

Sul mercato esistono diverse tipologie di filtri, ognuno dei quali si comporta in modo diverso dagli altri. I principali però sono: il filtro polarizzatore, il filtro UV, il filtro skylight, il filtro ND e il filtro GND. Vediamoli assieme uno ad uno.

Filtro polarizzatore

Il filtro probabilmente più utilizzato e più conosciuto in fotografia è il filtro polarizzatore. L’effetto di questo filtro è quello di polarizzare una parte della luce solare eliminando alcune frequenze dello spettro visibile. In questo modo, solamente una parte della luce che colpisce il filtro riuscirà a passare per andare a colpire il sensore.

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Gli effetti principali di questo filtro sono:

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  • Maggior saturazione dei colori in particolar modo nelle foto all’aperto. Permette di ottenere un cielo di colore blu saturo, con una sfumatura digradante verso l’orizzonte. Riduce di parecchio l’eventuale foschia atmosferica e aumenta il contrasto tra le nuvole bianche e il cielo.
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  • Eliminazione dei riflessi in particolar modo sugli specchi d’acqua e sui vetri. Non a caso il filtro polarizzatore è molto utilizzato per fotografare il mare, al fine di ottenere immagini nella quali il filtro riesce ad eliminare la luce che rimbalza sull’acqua permettendo di intravedere il fondo.

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L’effetto del filtro polarizzatore è piuttosto variabile in quanto è legato soprattutto alla direzione della principale fonte di illuminazione rispetto al fotografo. Se non ci sembra che la situazione cambi molto, basterà cambiare la nostra posizione rispetto al sole, ovviamente cambiando l’inquadratura.

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L’unico difetto del filtro polarizzatore è che assorbe parecchia luce, teniamone conto per evitare foto mosse. Spesso ci toccherà alzare la sensibilità o utilizzare un treppiede.

Il bello di questo filtro è che nessun software di post-produzione riesce facilmente ad eguagliarlo.

Filtro UV

Il filtro UV (Ultra Violetto) è una lente che svolge un'efficace azione di blocco nei confronti di raggi ultravioletti presenti specialmente in montagna o in quantità minore al mare. In questi ambienti l'intensa irradiazione ultavioletta, non opportunamente schermata, può conferire alle immagini una fastidiosa dominante azzurrina (evidente nelle zone d'ombra), può aumentare l'effetto di foschia e a volte modificare le tonalità dei colori.

Filtro skylight

Molto simile al filtro neutro UV, dal punto di vista pratico, il filtro skylight si distingue invece da questo per via della lievissima colorazione rosata. Tale caratteristica determina un'influenza più marcata sulle dominanti fredde, cosicché adoperando lo Skylight si riesce a riscaldare i toni dell'immagine (specie i volti). Data la modestissima influenza sull'immagine, molti fotoamatori e fotografi tengono uno di questi due filtri permanentemente montato sulla fotocamera come protezione della lente frontale dell'obiettivo.

Filtro ND (Neutral Density)

Un filtro a densità neutra o filtro ND (Neutral Density), in fotografia è un filtro di colore grigio che riduce l'intensità della luce in maniera uniforme su tutte le lunghezze d'onda. Essendo di un grigio neutro non altera in nessun modo i colori della scena ma semplicemente riduce la quantità della luce che arriva al sensore.

Questa riduzione altera di conseguenza anche il valore di apertura del diaframma e il tempo di esposizione necessari a ottenere un’immagine correttamente esposta. Questa alterazione è ricercata per ottenere una maggiore libertà creativa nell'interpretazione del soggetto perché fornisce la possibilità di utilizzare diaframmi più aperti o tempi più lunghi di quanto altrimenti consentito.

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Viene spesso usato in situazioni in cui c’è troppa luce e, per poter ottenere un certo effetto, c’è bisogno di avere tempi lunghi o diaframmi molto aperti.

Nell’immagine sotto per poter ottenere l’effetto “seta” dell’acqua ho dovuto impostare un tempo di esposizione di 1,3 secondi. Peccato che fossero però le 3 del pomeriggio in una bellissima giornata estiva con il sole e, se non avessi avuto il filtro ND, con una posa di oltre 1 secondo avrei bruciato letteralmente la foto e sarebbe venuta tutta bianca!

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Filtro GND (Graduated Neutral Density)

I filtri GND sono una variante dei filtri Neutral Density. L'oscuramento del vetro si presenta graduale e si sviluppa da un'estremità più scura, gradatamente, verso una più chiara.

Vengono utilizzati principalmente nella fotografia paesaggistica per “comprimere” la gamma dinamica della scena ripresa, al fine di oscurare le aree più illuminate, permettendo di estendere "virtualmente" la latitudine di posa del sensore digitale.

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Tali filtri consentono quindi di ottenere fotografie più "bilanciate"; una tipica situazione consiste, ad esempio, in un cielo molto più luminoso rispetto ad un terreno (o primo piano) notevolmente più scuro. Si presentano di colore grigio neutro sfumato e sono disponibili in diversi valori di intensità.

Esistono principalmente due tipi di gradazioni:

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  • una gradazione HARD, con uno stacco più netto e deciso, adatta a riprese con orizzonti lineari e ben definiti (mari e laghi).
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  • una gradazione SOFT, con una sfumatura più morbida ed estesa, conveniente in situazioni di orizzonti frastagliati o non ben definiti (montagne, alberi, ecc.)

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Conclusioni

Siamo giunti al termine di questa 9° lezione del corso base di fotografia online dove abbiamo parlato dei filtri fotografici e dei loro usi. Concludendo posso dirvi che non è affatto semplice ed immediato il loro utilizzo, ci vogliono molti scatti di prova per capire come funzionano, ma quando ci prenderete la mano potrete dare libero sfogo alla vostra fantasia. Ricordatevi che la luce perfetta è quasi impossibile da trovare e che spesso i filtri vi daranno una grossa mano a portare a casa uno scatto che altrimenti non avreste mai fatto.

Nella prossima lezione parleremo di un accessorio molto importante: il treppiede.

Se vi siete persi le lezioni precedenti potete sempre consultarle a questo link.

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