Una fotografia è fatta di luce e colore. Questi sono i due unici ingredienti. Saperli dosare in un modo sapiente permette di passare da una fotografia brutta o normale a una immagine fantastica.
Capire la luce è quindi necessario per un fotografo per esprimere al meglio la propria idea e passare da una semplice rappresentazione della realtà a qualcosa di creativo.
Per capire la luce non è necessario prendere una laurea in fisica, ma un po' di conoscenza scientifica ti permetterà di esprimerti al meglio.
La luce ha proprietà incredibili: trasporta energia, in certe condizioni si comporta come una particella, in altre come un'onda. Più propriamente, con il termine luce si intende la porzione dello spettro elettromagnetico che è percepibile dall'occhio umano (che è una piccola parte dello spettro).
Le differenti lunghezze d'onda vengono interpretate come colori, dal rosso (con le lunghezze d'onda maggiori) al violetto (con le lunghezze d'onda minori). Alcune macchine fotografiche sono poi progettate per vedere uno spettro maggiore, ad esempio nel caso della fotografia infrarossa. Dal punto di vista fotografico, le proprietà della luce che ci interessano sono:
Sappiamo che senza luce non c'è fotografia. La fotografia generale funziona nello spettro della luce visibile. Usiamo la scala di temperatura Kelvin per descrivere il colore della luce. Ad esempio, la fiamma di una candela è di 1.200 K, che è verso l'estremità rosso-arancione della scala e un giorno senza nuvole è di 10.000 K, che è all'estremità blu.
Il cervello umano è bravo a correggere i colori. Per questo motivo, anche se illuminata da una luce colorata, sappiamo che la banda centrale della bandiera italiana è bianca. Sfortunatamente, non è così per le macchine fotografiche. Il loro “cervello”, anche se potente, non riesce a svolgere un compito così semplice.
Per questo motivo esiste il bilanciamento del bianco: possiamo dire alla fotocamera che ha registrato una immagine sfruttando la luce disponibile (solare, neon, tungsteno, …) che cosa deve considerare bianco e utilizzarlo quindi come riferimento per gli altri colori.
Con il bilanciamento del bianco andiamo quindi a correggere i colori registrati dalla nostre fotocamera.
Per questo motivo è importante fotografare in formato RAW in quanto è possibile effettuare questa correzione senza perdite di informazioni. Attenzione però quando si effettua una correzione dei colori. In alcuni casi è meglio un colore “sbagliato” ma che crea una atmosfera, piuttosto che un colore corretto che però porta a perdere il significato dell'immagine.
Ad esempio un soggetto illuminato da una candela ha una tonalità calda che crea atmosfera, che probabilmente andrebbe persa effettuando un bilanciamento del bianco eccessivo.
Le macchine fotografiche possono rappresentare tutti i colori, ma in realtà il fotosensore è progettato per registrare solamente i tre colori primari: rosso (Red), verde (Green) e blu (Blue).
Tutti gli altri colori sono ottenuti dalla somma di questi tre colori primari: giallo=verde + rosso, ciano=verde + blu, magenta= rosso + blu, e così via fino al colore bianco=rosso + verde + blu.
Poiché i colori differenti si formano mediante la somma di altri colori, la colorimetria RGB si può definire additiva (nota: il nero si forma dalla totale assenza di tali colori).
Ciascun colore ha un possibilità di variazione di 255 “gradini”, per cui possiamo identificare il rosso puro come 255, 0, 0, il bianco come 255, 255, 255 e il nero come 0, 0, 0. In questo modo il giallo puro può essere identificato come 255, 255, 0 e un viola intenso come 113, 58, 210.
Il modello RGB funziona perfettamente su fotocamere e monitor in cui aggiungiamo luce al nero per creare il colore. Quando stampiamo, tuttavia, stiamo iniziando con un pezzo di carta bianco e sottraendo da quel bianco per creare il colore.
Invece di rosso, verde e blu come colori primari, le stampanti usano il ciano, il magenta, il giallo e il nero (CMYK) per creare tutti gli altri colori. “K” è usato per il nero perché è l'ultima lettera della parola (blacK) e non è usata da nessun altro colore.
Per risparmiare sui costi dell'inchiostro e per produrre tonalità di nero più profonde, vengono prodotti colori insaturi e scuri aggiungendo inchiostro nero anziché solo con la combinazione di ciano, magenta e giallo.
Quindi, mentre nel modello RGB, il rosso puro è definito come 255, 0, 0, lo stesso colore esatto nel mondo della stampa a inchiostro di CMYK è qualcosa come 0, 100, 100, 0.
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Come fotografi, dobbiamo manipolare la luce per realizzare la nostra immagine. Se lavoriamo in studio, la cosa è abbastanza semplice in quanto abbiamo a disposizione tutte le attrezzature per farlo: sorgenti luminose di cui controlliamo intensità, colore e direzione, riflettori per illuminare le parti in ombra e quindi ammorbidirle più o meno decisamente, schermi più i meno traslucidi per diffondere la luce o creare ombre proprio dove vogliamo noi.
Quando siamo all'aperto, abbiamo meno possibilità di controlli, soprattutto nella fotografia di paesaggio. In tal caso non ci resta che ricorrere alla natura: cieli più o meno nuvolosi e scattare nell'ora d'oro sono sicuramente i trucchi più semplici da utilizzare.
Imparare come funziona la luce è fondamentale per un fotografo. Capire come la luce diretta o la luce diffusa, l'ora del giorno e la stagione, la direzione e l'angolo di incidenza, fattori come schermi e diffusori artificiali o naturali (nebbie, fumi, pioggia, …) sono tutti elementi che influenzano il modo in cui la fotocamera percepisce la luce, è fondamentale per un fotografo. Imparare a vedere la luce è il segreto per ottenere fotografie incredibili.