Berenice Abbott: la fotografa del Novecento in mostra per la prima volta in Italia

18 feb 2017
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[caption id="attachment_3232" align="aligncenter" width="800"]Berenice Abbott Copyright Berenice Abbott[/caption]

Inaugura il 17 febbraio presso il MAN di Nuoro la prima mostra antologica in Italia dedicata alla fotografa Berenice Abbott (USA, 1898-1991) protagonista del Novecento. Oltre ottanta stampe originali, fra ritratti e street photography, realizzate tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta.

Terza di un grande ciclo dedicato alla Street Photography, la mostra al MAN di Nuoro, a cura di Anne Morin, presenta, per la prima volta in Italia, una selezione di ottantadue stampe originali realizzate tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta. Suddiviso in tre macrosezioni - Ritratti, New York e Fotografie scientifiche – il percorso espositivo fornisce un quadro generale del grande talento e della variegata attività di Berenice Abbott.

Nata a Springfield, in Ohio, nel 1898, Berenice Abbott si trasferisce a New York nel 1918 per studiare scultura. Qui entra in contatto con Marcel Duchamp e con Man Ray, esponenti di punta del movimento dada. Con Man Ray, in particolare, stringe un rapporto di amicizia che la spingerà a seguirlo a Parigi e a lavorare come sua assistente tra il 1923 e il 1926.

[caption id="attachment_3233" align="alignleft" width="400"]Berenice Abbott @Berenice Abbott[/caption]

Sono di questo periodo i primi ritratti fotografici dedicati ai maggiori protagonisti dell’avanguardia artistica e letteraria europea, da Jean Cocteau, a James Joyce, da Max Ernst ad André Gide. Ritratti che – secondo molti interpreti – costituiscono il canale espressivo attraverso il quale Berenice Abbott - lesbica dichiarata, in un’epoca ancora lontana dall’accettare l’omosessualità femminile - racconta la propria dimensione sessuale.

Allontanatasi dallo studio si Man Ray per aprire il proprio laboratorio di fotografiafrequentato da un circolo di intellettuali e artiste lesbiche come Jane Heap, Sylvia Beach, Eugene Murat, Janet Flanner, Djuna Barnes, Betty Parson - già nel 1926 Abbott espone i propri ritratti nella galleria “Le Sacre du Printemps”. È in questo momento che entra in contatto con il fotografo francese Eugène Atget, conosciuto per le sue immagini delle strade di Parigi, volte a catturare la scomparsa della città storica e le mutazioni nel paesaggio urbano.

Per Abbott è un punto di svolta. La fotografa decide di abbandonare la ricerca portata avanti fino a quel momento e di fare propria la poetica del negletto Atget – del quale, alla morte, acquisterà gran parte dell’archivio, facendolo conoscere in Europa e negli Stati Uniti - dedicandosi, da quel momento in poi, al racconto della metropoli di New York.

Tutti gli anni Trenta, dopo il rientro negli Stati Uniti, sono infatti dedicati alla realizzazione di un unico grande progetto, volto a registrare le trasformazioni della città in seguito alla grande depressione del 1929. La sua attenzione si concentra sulle architetture, sull’espansione urbana e sui grattacieli che progressivamente si sostituiscono ai vecchi edifici, oltre che sui negozi e le insegne. Il risultato è un volume, tra i più celebri della storia della fotografia del XX secolo, intitolato “Changing New York” (1939), che raccoglie una serie straordinaria di fotografie caratterizzate da forti contrasti di luci e ombre e da angolature dinamiche, ad esaltare la potenza delle forme e il ritmo interno alle immagini.

[caption id="attachment_3234" align="alignright" width="400"]Berenice Abbott @Berenice Abbott[/caption]

Nel 1940 Berenice Abbott diventa picture editor per la rivista “Science Illustrated”. L’esperienza maturata nelle strade di New York la porterà a guardare con occhi diversi le immagini scientifiche, che diventano per lei uno spazio privilegiato di osservazione della realtà oltre il paesaggio urbano. In linea con le coeve ricerche artistiche sull’astrazione, Berenice Abbott realizza allora una serie di fotografie di laboratorio, concentrandosi sul dinamismo e sugli equilibri delle forme, con esiti straordinari.

La mostra al Museo MAN, realizzata grazie al contributo della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, racconta le tre principali fasi della produzione fotografica di Berenice Abbott attraverso una ricca selezione di scatti, tra i più celebri della sua produzione, e materiale documentario proveniente dal suo archivio.

Informazioni utili sul MAN di Nuoro:

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  • Orario invernale: il museo è aperto tutti giorni della settimana (feste comprese), tranne il lunedì. Al mattino dalle ore 10:00 alle 13:00, pomeriggio dalle ore 15:00 alle 19:00
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  • Prezzi dei bigliettiIntero MAN: 5 euro; Ridotto MAN: 3 euro (dai 18 ai 25 anni); Gratuito MAN: under 18 e la prima domenica del mese. Intero Unico (assieme al Museo Ciusa): 6 euro (over 25); Ridotto Unico: 4 euro (dai 18 ai 25 anni); Promozione Unico: 5 euro (over 65).
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  • Accessibilità: ricordo che i quattro piani del museo sono accessibili ai visitatori con difficoltà di deambulazione grazie ad ascensori e rampe pensati per loro.

Per maggiori info e aggiornamenti:

Vi consiglio di consultare il sito ufficiale del Man di Nuoro,  di telefonare al 0784.252110 o di scrivere agli indirizzi email: info@museoman.it e/o museoman@pec.it

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