La prima domanda che un appassionato di fotografia (io compreso) si fa è: ma come ha fatto ad ottenere una fotografia del genere? La risposta è abbastanza semplice. "Non è tutto oro quel che luccica" e ce lo dimostra in queste immagini il fotografo brasiliano Gilmar Silva, specializzato in servizi fotografici per matrimoni e cerimonie.
Ora non voglio scatenare polemiche riguardo all'uso di Photoshop che reputo uno strumento indispensabile per un fotografo, ma semplicemente farvi vedere cosa c'è solitamente dietro ad uno scatto che diventerà meraviglioso ma che inizialmente non parte nel migliore dei modi. E' ovvio che NON tutti gli scatti meravigliosi hanno dietro un lungo lavoro di post-produzione, molti (ma non troppi) riescono ad ottenere fotografie stupende senza doverle ritoccare ma non voglio scatenare polemiche!
Senza l'uso della post-produzione gli scatti di Gilmar Silva non sarebbero stati possibili. Anche in passato, con l'analogico in camera oscura, si alteravano le immagini con acidi appositi. Certo, era decisamente più difficile, ma la post-produzione è sempre esistita. Viviamo in un tempo dove le tecnologie ci permettono di alterare, migliorare e potenziare le nostre fotografie. Il processo è in mano al fotografo che è liberissimo di scegliere quello che reputa più appropriato. Possiamo dare giudizi sul risultato finale ma non sul processo.
Ed è proprio questo processo che il fotografo Gilmar Silva ci presenta in questi sui "backstage" dei suo migliori scatti. Un accostamento tra il prima e il dopo ci dimostra quanto sia importante, nell'era digitale, il lavoro di post-produzione.
Il progetto, intitolato "Lugar x Photo" vuole essere divertente, facendoci appunto vedere le cose assurde che a volte si fanno per ottenere uno scatto, ma allo stesso tempo vuole metterci in guardia e farci illudere di meno quando ci troveremo di fronte a scatti meravigliosi.