Immagine ripresa il 16 agosto 2019 sul crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Nella fotografia, scattata dalla vetta del Libro Aperto si vede il crinale dell'appennino tosco-emiliano che conduce fino alla vetta più alta, il monte Cimone che si vede con la cima a sfiorare le nuvole. A destra del crinale la Toscana, a sinistra l'Emilia-Romagna.
A volte mi chiedo, anche solo per un momento, come potrei sintetizzare una giornata trascorsa in montagna.
Ci vado spesso, almeno una volta a settimana, e da tanti anni: una risposta breve e precisa dovrei averla a questa domanda che mi è stata fatta spesso dai figli, amici, o in occasione di una conferenza durante una serata fotografica.
Sono sempre tentato per natura di dare una risposta articolata: ma forse è meglio usare poche parole, per lasciare poi a ciascuno la possibilità di adattarle alla proprie esperienze.
Così il meglio della mia sintesi è: "Gocce di sudore, tracce nella memoria"
Attrezzatura e dati di ripresa:
Corpo: Nikon D800
Ottica: Nikkor AF-S 24-70 G F/2.8
Focale: 24 mm
Tempo: 1/500 s
Diaframma: f/8
Iso: 100
Comp. Exp: -2/3 stop
Suggerimento:
Realizzare una buona fotografia di paesaggio in bianco e nero è sempre una sfida che bisognerebbe affrontare fin da subito con le idee chiare.
Quando nella vostra inquadratura includete sia il cielo che il terreno in una giornata luminosa, vi sarà molto difficile trovare un equilibrio nella giusta esposizione. E la mancanza di colore non farà altro che amplificare questa differenza, rischiando di appiattire la vostra fotografia.
Un cielo movimentato da piacevoli ed innocue nuvole bianche può rivelarsi un vostro prezioso alleato. Oltre ad attenuare i forti contrasti di luminosità, vi permetterà di avere zone a diversa luminosità sul terreno, rendendolo più tridimensionale e piacevole da osservare il paesaggio.
Questo effetto di cui già possiamo godere ad occhio nudo, sarà ottimo per dare profondità alla vostra immagine in bianco e nero.
Fate attenzione:
Trovare la giusta esposizione può rivelarsi cosa non facile in queste condizioni, anche se stiamo fotografando un paesaggio è necessario cogliere l’attimo.
Non sono le montagne a spostarsi o cambiare rapidamente, ma il cielo con le sue nuvole che ci scorrono veloci sopra la testa. Solitamente in condizioni di luce difficile si fa uno scatto e poi si valuta se ne abbiamo la possibilità, controllando l’istogramma ad esempio se scattiamo in digitale e poi regoliamo l’esposizione.
Questo modo di procedere è perfetto quando le condizioni della scena non mutano sensibilmente, ma non le possiamo utilizzare con un cielo estremamente mutevole. Così dobbiamo cercare di trovare una buona esposizione, la migliore possibile, per lo scatto che desideriamo effettuare.
Per ottenere un’immagine di qualità, partire da una buona esposizione è un primo fondamentale passo.
In questa immagine volevo mostrare la traccia del crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano che ho percorso tante volte, una linea sottile di confine tra due abissi che collega tante vette a me familiari.
La chiave è individuare un punto di ripresa adeguato, da cui si possa “leggere” lo sviluppo del percorso. Per fare questo vi può aiutare la vostra esperienza se conoscete bene la zona come ho fatto io. Ma potreste anche chiedere aiuto ad un amico che conosce meglio la zona, oppure cercare informazioni su internet.
Dovete in ogni caso essere in un punto sufficientemente alto da poter vedere tutto il percorso, anche se non necessariamente nel punto più alto di tutti.
Inoltre se avete le nuvole poco sopra la vostra quota e ben distese nella zona dell’inquadratura, vale la pena cercare un angolo di ripresa che le mostri in tutta la scena come il soffitto di una stanza. Questo tipo di composizione contribuirà a dare l’impressione che siate ad alta quota, vicini alle nuvole.
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