Immagine ripresa nei pressi di Soraga (TN) in Val di Fassa nel luglio 2009.
Non so se capita anche a voi: a me il silenzio e la solitudine portano a vedere cose che altrimenti non noterei. E' proprio quel fare silenzio dentro di me che è così difficile da realizzare, molto più che quello esteriore. Far tacere i pensieri e il turbine delle cose che ho in mente e rimanere "vuoto" da tutto per fare spazio ad ogni nuova emozione, e per poterle sentire chiaramente.
La montagna rappresenta da sempre il luogo in cui riesco a "svestirmi" di tutte le abitudini, non solo materiali ma anche intellettuali. Davanti a essa si riaccende il senso di stupore più puro che è in me, e nuovamente mi guardo attorno e vedo tutto come se fosse la prima volta. Non è solo questione di sentirsi piccoli dimensionalmente, quanto di sentirsi "figli" della natura. La montagna così è una "madre" che mi accoglie e che mi sprona a curiosare per scoprirla, e per scoprirmi come uomo.
Così nasce questa immagine dove la luna gioca con il più roccioso degli scivoli: un concetto semplice adatto a me, al più felice dei "bambini"
Attrezzatura e dati di ripresa:
Corpo: Nikon D300
Ottica: Nikkor AF 70-200 G VR F/2.8
Focale: 200 mm
Tempo: 1/100 s
Diaframma: f/13
Iso: 500
Comp.Exp: - 2 stop
Suggerimento:
La difficoltà principale nel realizzare una fotografia simile consiste nel gestire il cielo e la montagna nell’esposizione fotografica. Il cielo di giorno è sempre molto più luminoso della montagna, e di notte la luminosità della luna maggiore di quella del terreno.
Certo potreste fare una doppia esposizione ma vi servirebbe il treppiede: uno scatto esponendo per il cielo, uno scatto esponendo per il terreno e poi gestirne l’unione in post produzione. C’è chi fa così ma è scomodo, e poi a mio parere da più gusto trovare una soluzione alternativa che non ci costringa a portarci il treppiede.
Potete invece fare uno scatto quando non è ancora sera e avete tanta luce a disposizione per poter gestire tutto a mano libera: io ho fatto così. L’immagine l’ho scattata alle 17.00 circa di una lunga giornata di luglio, in cui c’erano ancora almeno altre 3 ore di luce prima del tramonto.
Fate attenzione:
In una fotografia che verte intorno all’astrazione e ad una composizione molto semplice, la precisione è un elemento essenziale per la sua riuscita.
Prima di tutto è necessario posizionare nella composizione la luna esattamente sul profilo della montagna, e in un punto in cui si possa immagina che possa davvero rotolare verso il basso se questo gioco fosse reale.
Pensate sempre a qual è il vostro intento quando realizzate un’immagine, e date forza solo a ciò che serve: in questo caso la luna come se fosse una biglia e il profilo della montagna come piano inclinato su cui essa rotolerà.
Suggerimento:
Solitamente il profilo di una montagna presenta elementi diversi: roccia, boschi, radure e a volte neve e ghiaccio. La luce del giorno illumina questi elementi creando aree con luminosità molto differenti: le rocce chiare come la dolomite ad esempio saranno molto luminose mentre un fitto bosco ne resterà poco influenzato.
In questo tipo di fotografia per il terreno dobbiamo rendere semplicemente l’idea che sia una montagna, ma non ce ne servono i dettagli perché non stiamo realizzando un paesaggio. Quindi ho cercato di scattare in un momento in cui la luminosità della roccia e quella della luna erano abbastanza simili, così da avere bene esposti questi due elementi.
La sottoesposizione marcata in fase di ripresa, ben 2 stop di luce, ha creato la sensazione che la fotografia fosse stata ripresa di notte.
Fate attenzione:
Difficilmente riuscirete a ideare e realizzare una fotografia di questo tipo in un solo momento: magari ci potreste anche riuscire ma dovrete essere estremamente fortunati.
Il mio consiglio è quello di pianificarne la realizzazione in due momenti diversi: il primo consiste nel trovare lo scenario adatto tra i luoghi che visiterete nei giorni successivi. Identificare quale profilo di montagna può essere adatto, da dove fotografarlo.
Tenete ovviamente conto della posizione della luna in cielo: vi servirà non solo identificare il momento del pomeriggio/sera in cui si troverà allineata con il crinale, ma anche quanto di essa sarà visibile.
Una porzione troppo sottile di luna non darebbe l’idea di una sfera che rotola, non andrebbe bene.
Ma è da evitare anche la luna piena che è sì grande, ma a cui non si riesce a dare profondità in fotografia perché ha un’illuminazione frontale e omogenea dal sole. Quindi cercate un porzione di luna visibile tra metà e due terzi.
Poi con tutte queste informazioni non vi resta che trovare il momento giusto per realizzare fisicamente la fotografia.
Leggi tutte le altre puntate della rubrica Montagna e fotografia a questo link.