Se poi di fronte a noi ci troviamo un luogo già inquientante da solo come Chernobyl, il risultato finale, montando i filtri infrarossi, renderebbe ancora più impressionanti le foto immortalate.
Il fotografo Vladimir Migutin ha proprio fatto questo nel suo viaggio nella città deserta di Chernobyl, famosa, suo malgrado, per il famigerato disastro nucleare del 1986, il più grande della storia. "È piuttosto difficile descrivere l'atmosfera generale che ho vissuto durante questo viaggio", ha ammesso Vladimir "Sembrava di essere in una specie di paradiso su un altro pianeta."
La scelta di fotografare con un filtro a infrarossi ha enfatizzato la sensazione post-apocalittica di Chernobyl. I colori strani, la leggera sfocatura causata dalla lunga esposizione che la fotografia a infrarossi richiede e la solitudine del posto, hanno reso le immagini estemamente inquietanti.
Trent'anni dopo il disastro, mentre gli uomini sono ancora lontani, le foreste, gli animali e le piante hanno ricominciato a vivere come se nulla fosse, rianimate dalla forza che solo la natura può avere.
Queste foto che vedete sotto, sono state scattate durante un viaggio di 2 giorni nella zona di esclusione di Chernobyl con una fotocamera a spettro completo e un filtro a infrarossi da 590mm di Kolari Vision.