Il tempo di esposizione è uno dei parametri che contribuiscono a determinare la corretta esposizione delle immagini scattate ed è un altro di quei concetti che DEVE essere assolutamente conosciuto da chi si avvicina al mondo della fotografia. Oltre all’apertura del diaframma e alla sensibilità ISO (che vedremo nella prossima lezione), il tempo di esposizione va a completare quello che in fotografia si chiama “triangolo dell’esposizione”. Dedicheremo un’intera lezione su questo triangolo più avanti, per il momento concentriamoci sull’argomento di questa 15° lezione: il tempo di esposizione.
In fotografia, il tempo di esposizione viene anche chiamato velocità di otturazione, tempo di scatto, tempo di posa o tempo di otturazione e rappresenta il tempo durante il quale l’otturatore rimane aperto per poter far filtrare la luce esterna che verrà catturata dal sensore della fotocamera. Ma facciamo un piccolo ripasso della lezione nr.5 dove avevamo parlato dell’otturatore.
L’otturatore è un dispositivo elettronico o meccanico che ha il compito di controllare per quanto tempo il sensore resterà esposto alla luce. Se il diaframma può essere paragonato alla nostra iride dell’occhio, in questo caso l’otturatore è la palpebra!
Gli otturatori più comuni attualmente sono formati da una tendina a scorrimento verticale che si apre con una velocità pari al tempo di otturazione. Qua sotto vediamo un esempio di tendina che si apre dall’alto al basso.
Il tempo di esposizione viene preventivamente fissato dal fotografo e viene misurato in secondi o in frazione di secondi.
Troverete le frazioni quando l’intervallo è inferiore al secondo: ½, ¼, 1/8, 1/15, 1/30, 1/50, 1/125, 1/250 fino ad arrivare (su alcune reflex digitali) anche a 1/8000 di secondo. Quando invece il tempo di esposizione è uguale o superiore al secondo vedrete solamente dei numeri interi seguiti dal carattere ‘’ (1’’, 2’’, 4’’, ecc). Quasi tutte le reflex arrivano al massimo ad un tempo di esposizione di 30 secondi, oltre a ciò esiste quella che si chiama “posa B” che è un tempo di esposizione fotografico personalizzato, superiore ai tempi disponibili manualmente, utilizzabile mediante specifica impostazione nella macchina fotografica reflex e tramite l'ausilio di un telecomando wireless.
Quando il tempo è inferiore a 1/125 di secondo si parla di tempo lento mentre se andiamo oltre (1/500, 1/1000 sec) parliamo di tempi veloci. Questo perché 1/125 secondo è considerato il tempo limite per scattare a mano libera, sotto a questo tempo bisogna avere una mano molto ferma o un cavalletto a disposizione. La maggior parte degli obiettivi ad oggi hanno uno stabilizzatore interno che vi aiuterà ad ottenere scatti fermi anche a 1/10 di secondo ma sappiate che è molto difficile ottenere scatti nitidi a mano ibera con questi tempi.
Tranne quando si decide di scattare in automatico, il tempo di esposizione viene preventivamente scelto dal fotografo. Per fare ciò bisognerà impostare la modalità di scatto su “manuale” o su “priorità di tempi” e successivamente, attraverso una ghiera, sarà possibile modificare il tempo di esposizione che sarà visibile nel display della fotocamera come da questa immagine sotto.
Se invece volete controllare un tempo di esposizione di un’immagine già scattata in precedenza non dovrete far altro che aprire l’archivio delle fotografie, selezionare la foto da controllare e verificare se è presente il tempo di esposizione ai lati dell’immagine. In caso contrario significa che avete la fotocamera con l’anteprima a tutto schermo (senza nessuna scritta), basterà cercare un tasto “menu” o “display” (dipende dalla fotocamera) per cambiare la visualizzazione dell’immagine e per vedere comparire una serie di numeri tra i quali sarà presente anche il tempo di scatto. Qua sotto un’immagine di esempio su dove trovare l’informazione sul display.
La maggior parte delle volte vi capiterà di scattare completamente in automatico e lascerete fare tutti i calcoli alla vostra fotocamera. Alcune volte, invece, vi servirà impostare un determinato tempo di esposizione per potere ottenere un’immagine particolare che nella modalità di scatto automatica verrebbe sbagliata. Provo a spiegarmi meglio con un esempio.
Nella fotografia naturalistica spesso il soggetto che vi troverete davanti sarà talmente veloce da farvi sbagliare la maggior parte delle fotografie che scatterete. In condizioni di luce normale, durante un giorno di sole se andrete ad impostare la modalità automatica, probabilmente il tempo di esposizione verrà impostato su 1/250 sec. o 1/500 sec. circa. Con quel tempo di scatto, che sembra rapidissimo, sappiate che un soggetto come un martin pescatore (foto qua sotto) vi verrà completamente sfuocato. La foto che vedete è stata scattata a 1/3200 sec. e, nonostante sia un tempo veramente veloce, potete notare che le ali sono leggermente mosse.
[caption id="attachment_2231" align="aligncenter" width="800"] foto di Claudio Mezzetti[/caption]
Se scattate foto naturalistiche ma anche eventi sportivi o semplicemente dei bambini che giocano sappiate che dovrete impostare manualmente un tempo di esposizione molto veloce in modo da poter congelare l’azione. Il problema maggiore nell’usare un tempo molto ridotto, è che viene ridotta anche la quantità di luce che raggiungerà il sensore, per questo motivo sarete obbligati ad aumentare la sensibilità ISO e/o l’apertura del diaframma, il famoso “triangolo dell’esposizione” che vedremo nelle prossime lezioni.
Contrariamente al tempo veloce, in alcune situazioni sarete obbligati ad usare un tempo di esposizione lungo o lunghissimo. Mi riferisco, per esempio, alla fotografia notturna nella quale vi troverete di fronte ad una situazione di luce precaria e dovrete per forza utilizzare un tempo di esposizione anche di diversi secondi per poter ben esporre l’immagine. In questo caso sarà obbligatorio avere un treppiede su cui poggiare la fotocamera altrimenti la foto verrà completamente mossa. Nella foto qua sotto ho usato un treppiede e un tempo di esposizione di 2 secondi.
Per fotografare la via lattea, oltre al treppiede obbligatorio, servono almeno 30 secondi d’esposizione per poter catturare quante più stelle possibili.
Giocare con il tempo di esposizione vi permetterà di ottenere immagini estremamente creative, in particolare modo l’uso di tempi lunghi può creare effetti molto particolari. Mi riferisco per esempio all’acqua corrente che, se immortalata con tempi lunghi, andrà a creare quello che si chiama “effetto seta” come l’immagine qua sotto.
Un’altra fotografia creativa che potrete provare a fare con tempi molto lunghi è composta dalle scie luminose delle macchine che passano su una strada mentre tutto attorno è fermo e nitido.
Oppure potete divertirvi a cercare soggetti in movimento contrapposti a soggetti completamente fermi. Qua sotto vedete un treno delle metro che sfreccia velocissimo e tutto attorno è completamente fermo. Non è facile ma il risultato è strepitoso.
Altro giochino molto simpatico è quello che chiamo “effetto fantasma”. Mettete la fotocamera su un treppiede e impostate un tempo abbastanza lungo (5-10 secondi), mettete l’autoscatto e posizionatevi nell’inquadratura. Appena sentite scattare l’otturatore, contate 2-3 secondi e poi scappate via velocissimi. L’effetto ottenuto sarà simile a questo:
Siamo giunti al termine di questa 15° lezione. Anche in questa lezione ho cercato di essere più chiaro possibile anche se sul tempo di esposizione si potrebbe parlare per ore e ore. Vi consiglio caldamente di fare esercizio, munitevi di treppiede e raggiungete un posto dove ci sono oggetti in movimento. Provate ad immortalarli con tempi più o meno lunghi e osservate le differenze. Capirete immediatamente quanto il tempo di esposizione possa influenzare il risultato dello scatto finale.
Provate e riprovate, solo con la pratica (e con gli errori) si possono mettere a frutto le nozioni imparate sui libri.
Nella prossima leziona parleremo del terzo elemento che compone il famoso triangolo dell'esposizione: la sensibilità ISO. Se vi siete persi le lezioni precedenti potete sempre consultarle a questo link.