Immagine ripresa il 21 gennaio 2016 ai Laghi di Pellaud (1.870 m.s.l.m.) in Val di Rhêmes, che si trova in Valle d’Aosta nel comune di Rhêmes-Notre-Dame.
Ho ripreso questa fotografia 5 anni fa, durante la realizzazione di un servizio fotografico che mi era stato commissionato e poi pubblicato dal mensile Bell’Italia, con cui collaboro ormai da lungo tempo.
Sono arrivato sul posto un giorno prima dell’appuntamento che avevo con la guida alpina, che mi avrebbe accompagnato a scoprire gli alpeggi dell’Entrelor raggiungendoli con una bella ciaspolata.
Dopo un inverno iniziato senza neve, nei giorni precedenti al mio arrivo ne era caduta davvero tanta fresca e tutto era abbondantemente ricoperto dalla sua coltre bianca. Poi il tempo è improvvisamente migliorato volgendo al bello, con temperature davvero rigide ma normali per questi luoghi in inverno.
Così il giorno precedente la mia escursione pianificata ho esplorato con le ciaspole in completa solitudine l’alta val di Rhêmes, e tra questi luoghi bellissimi mi hanno affascinato i laghi del Pellaud ai confini del bosco.
Con questa fotografia ho cercato di raccontare la magia dell'inverno, un fermo immagine per ricordarmi quanto possa essere affascinante la montagna in inverno sotto la sua bianca coperta.
Attrezzatura e dati di ripresa:
Corpo: Nikon D800
Ottica: Nikkor AF-S 14-24 G F/2.8
Focale: 14 mm
Tempo: 1/640 s
Diaframma: f/22
Iso: 2000
Suggerimento:
Se come nel caso di questa immagine lo scorcio che volete riprendere è piuttosto limitato, ma desiderate dare l’impressione che sia molto ampio, l’uso di una focale corta può fare al caso vostro.
Ricordate che più la focale utilizzata è corta, e più vi avvicinate al soggetto, più avrete una sproporzione nella fotografia tra elementi vicini e lontani rispetto alla realtà. Ovvero gli elementi in primo piano risulteranno molto più grandi rispetto a quelli in secondo piano.
Usate questa proprietà dell’ottica a vostro favore e non lasciatevi sorprendere da essa: in questa immagine una piccolissima porzione di lago e alti abeti appaiono proporzionati proprio grazie a questo effetto dovuto ad una focale super grandangolare.
Fate attenzione:
La fotografia di un paesaggio ripresa con una focale molto ampia nasconde sempre almeno un’insidia che dobbiamo imparare a gestire.
Le ottiche grandangolari hanno lenti frontali molto sporgenti per poter catturare molta luce anche lateralmente, cosa necessaria per poter riprendere un ampio angolo di visione. Dobbiamo assicurarci che sulla lente arrivi solo la luce del soggetto, e non luci parassite trasversali che andrebbero a creare immagini fantasma e in ogni caso ad abbassare il contrasto di quanto ripreso.
Per questo motivo ricordatevi sempre, sempre, sempre di usare il paraluce in dotazione. Questo risolverà il problema sopra descritto e preverrà un problema potenzialmente molto più grave.
Guardando nel mirino della fotocamera attraverso un’ottica grandangolare non vi renderete conto di quanto vi state avvicinando a ciò che avete davanti. E’ facile fare un passo in avanti senza accorgerci che stiamo andando a urtare la lente frontale contro un albero, un blocco di ghiaccio o di roccia: il danno risultante può essere molto costoso. Con il paraluce andremo al massimo a sbattere con esso salvando l’ottica.
Suggerimento:
Nella realizzazione di una buona fotografia di paesaggio, per cercare di rendere l’atmosfera di un luogo è indispensabile cercare di suggerire anche quelle sensazioni che una fotografia non può trasmettere.
La neve che copre gli elementi inquadrati suggerisce la stagione invernale ed un luogo freddo, come in realtà era nel momento dello scatto. Ma nonostante il freddo volevo mostrare quanto fosse piacevole godersi i raggi del sole e il suo timido tepore in quella rigida giornata.
Così ho scelto di inquadrare solo la piccola porzione del lago in cui l’acqua in movimento non era ghiacciata e ho inserito nell’inquadratura anche il sole frontalmente.
Il sole diretto sulla lente frontale è sempre un grande rischio perché tende a creare flare e riflessi fantasma che peggiorano l’immagine. Un buon compromesso per gestire queste situazioni è quello di schermare il solo dietro il tronco di un albero, per avere comunque la sua presenza nell’immagine, ma attenuata.
Fate attenzione:
Muoversi nell’ambiente montano in inverno quando tutto è coperto da una spessa coltre di neve non è uno scherzo, bisogna prestare molta attenzione a tutto quanto abbiamo attorno.
E non è necessario trovarsi in bilico sulla cresta di una montagna per essere potenzialmente in pericolo. Una fitta coltre di soffice neve nel piano di una valle può nascondere una piccola pozza gelata che cede non appena ci posate il piede sopra: ecco fatto.
Alcuni consigli utili per non dire poi: non ci avevo pensato.
- Sarebbe auspicabile non andare mai da soli: con un compagno potete darvi reciprocamente una mano nelle piccole difficoltà.
- Se non conoscete bene la conformazione del terreno sottostante quando è privo di neve, anche se siete esperti, fatevi accompagnare da qualcuno del posto.
- Non camminate con macchina fotografica o telefono in mano, usate le braccia per gestire i bastoncini e gestire l’equilibrio: solo quando vi sarete fermati pensate a scattare le fotografie.
- Nel preparare lo zaino date la priorità a tutto quanto vi serve per andare in montagna, e poi usate il resto dello spazio per il materiale fotografico.
- Se non vi sentite sicuri se fare o non fare qualcosa per raggiungere un luogo, scegliete di non farla: sarà sicuramente la vostra opzione migliore.
Soprattutto non sottovalutate i rischi e non sopravvalutate le vostre capacità: le montagne restano al loro posto anche nei prossimi anni, potete sempre ritornare in occasioni più favorevoli.
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