Echi dalla Genesi

29 nov 2020
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Echi dalla Genesi

@DOVE E QUANDO:

Immagine ripresa dalle rive del laghetto del Lauson (2655 m.) in Val di Cogne (Valle d’Aosta) il 9 luglio 2015. Siamo nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Per raggiungere questo luogo si parte da Valnontey e si sale per più di 1000 m. di quota passando il rifugio Vittorio Sella: un’escursione da affrontare con un buon allenamento fisico e in alto, dove la traccia è sottile e pietrosa, con passo sicuro.

@RACCONTO:

Quando ho voglia di vera serenità esco e mi lascio alle spalle la città e gli uomini.

Ci sono luoghi dov'è ancora possibile percepire gli echi delle forze primordiali che hanno plasmato la terra, e l'hanno resa come la possiamo cogliere oggi.

Certo a noi sembra una trasformazione permanente quella del paesaggio, ma i suoi tempi non sono i nostri e tutto è ancora e sempre in divenire. Penso allo scorrere rapido del mio tempo, su quello infinitamente più lento che plasma queste rocce: e non ne traggo ansia, ma un senso di temporanea libertà.

Leggera è la nostra vita che scorre sopra una natura che ha molta più "esperienza" di noi.

@FOTOGRAFIA:

Attrezzatura e dati di ripresa:

Corpo:                 Nikon D800

Ottica:                 AF-S Nikkor 24-70 mm f/2.8 ED

Focale:                24 mm

Tempo:                1/640 sec

Diaframma:          f/10

Iso:                     250

Comp.Man.:         0 stop

Suggerimento:

Per realizzare una immagine come questa  è necessario avere una grande profondità di campo e una nitidezza netta sulle pietre che costituiscono il fondo del lago.

Così la cosa migliore sarebbe scattare la fotografia con il cavalletto: se l’avete portato usatelo. Io che mi porto sempre un’attrezzatura pesante nello zaino, sapendo inoltre di percorrere un sentiero che più avanti era piuttosto dissestato e molto esposto, ho preferito rinunciarvi.

In fondo basta trovare il punto di ripresa e sistemare a terra lo zaino, poi ci mettete sopra la macchina fotografica, regolate tutte le impostazioni e scattate con l’autoscatto: il risultato è lo stesso.

Fate attenzione:

In una scena orizzontale con un riflesso la regola classica della fotografia suggerirebbe l’orizzonte al centro.

E’ una buona idea per le immagini in cui la simmetria tra reale e riflesso è il centro del messaggio. In questa immagine però non sarebbe stato opportuno: il centro della mia suggestione è il richiamo a qualcosa di arcaico, dove le pietre che sono lo sfasciume delle montagne e le stesse montagne più avanti ne sono il cuore.

Così al cielo ho dato meno spazio rispetto al terreno nella composizione.

@MONTAGNA:

Suggerimento:

Riflessi e specchiature attraverso uno specchio d’acqua sono croce e delizia della fotografia di montagna, soprattutto al crescere della quota.

Il fatto è molto semplice: affinché si abbia la specchiatura la superficie dell’acqua deve essere immobile, e sappiamo quanto sia difficile che non ci sia non solo vento ma aria in movimento in quota.

Anche in una bella giornata bisogna armarsi di pazienza e attendere che si verifichino le giuste condizioni di assenza di vento sull’acqua, ed essere veloci nel coglierle.

Fate attenzione:

Sembra banale quello che state per leggere ma non lo è. Forse che non sia il caso di passeggiare su un sentiero di montagna guardando nello smatphone può sembrare un concetto banale, insomma prima di fare altro è meglio guardare dove mettiamo i piedi.

Ma una volta giunti sul luogo e iniziato a fotografare, dopo aver posato lo zaino e le altre cose, si tende a rilassarsi fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente. Se usiamo una reflex o comunque una macchina che richiede il guardare dentro un mirino, si perde il senso preciso di dove ci si trova.

E istintivamente mentre correggiamo l’inquadratura ci spostiamo di qualche passo per compensare la scena. Ve lo dico per esperienza personale, è estremamente pericoloso, prendere l’abitudine sempre di togliere l’occhio dal mirino, fare lo spostamento e poi riprendere a fotografare.

© Roberto Carnevali

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