Il volto pieno di ferite, una mano rotta e schegge dappertutto ma fortunatamente vivo, anche grazie ad una fotocamera Leica. Stiamo parlando del fotoreporter italiano Gabriele Micalizzi, ricoverato all'ospedale di Milano, sopravissuto per miracolo dopo l'esplosione di un razzo in Siria.
"La Leica, che stavo usando per documentare l’offensiva curdo-araba contro l’ultima sacca di resistenza dell’Isis in Siria, mi ha riparato gli occhi. Ero convinto che sarei morto", ha detto Gabriele in un'intervista alla stampa.
“Il fruscio mortale de razzo Rpg. Ho capito subito che era un razzo dal rumore metallico che fende l’aria. Il combattente curdo davanti a me è stato colpito in pieno. L’ho visto esplodere in mille pezzi… Poi ricordo il colore giallo dell’esplosione, che mi ha scaraventato a terra come un lancio di dadi. Vedevo il cielo azzurro. Il primo pensiero è stato: è arrivata l'ora di morire"
“Le schegge più importanti le ha assorbite il giubbotto antiproiettile, che si è sfasciato. E pure l’elmetto insanguinato e ammaccato all’altezza della tempia ha resistito. Le protezioni, che bisogna sempre avere in prima linea, mi hanno salvato la vita. Non solo: la mia adorata Leica, che stavo usando per le foto, mi ha riparato la faccia salvandomi gli occhi dalle schegge. E' grazie a lei che ci vedo ancora”.
La notizia è ovviamente comparsa su tutti i giornali del mondo e Leica ha colto la palla al balzo pubblicando un post su Facebook che non è piaciuto per nulla agli utenti.
La famosissima casa fotografica tedesca, infatti, nel suo profilo italiano ha pubblicato le immagini della macchina fotografica di Gabriele Micalizzi, sottintendendo che, se Micalizzi si sia salvato, lo si deve anche alla qualità del prodotto tedesco.
Non sono mancate le repliche da parte degli utenti: "Se avesse avuto una D3 non si sarebbe nemmeno ferito", "Trovo la trovata pubblicitaria un pochino avvoltoistica….ben più basso del prestigio del marchio", "Un altro marchio non lo avrebbe salvato?"
Insomma, un'uscita non all'altezza del marchio prestigioso che tutti conosciamo. L'importante è che Gabriele si sia salvato, indipendentemente dalle protezioni che indossava ma come ben sappiamo nel mondo del business non si guarda in faccia a nessuno :-(